In ricordo di Nonno Mason, il gatto selvatico che amava i gattini.


Molti gattofili conosceranno già la storia di Nonno Mason, ma vale la pena raccontarla di nuovo, o portarla a conoscenza di chi ancora la ignora. Chi era Nonno Mason? Nonno Mason era un gattone tigrato, che visse a lungo in strada come selvatico, un "gatto guerriero", come amava definirli Andrea Camilleri, costretto a combattere ogni giorno per la propria sopravvivenza. I segni di quella lotta quotidiana erano molto visibili sul suo corpo. Mason era anziano, pieno di cicatrici, aveva un piede gravemente ferito, l'insufficienza renale e problemi dentali. Se lasciato ancora in strada, sarebbe morto in breve tempo, da solo, nascosto chissà dove. Inoltre, il vecchio casale rurale dove si rifugiava, doveva essere abbattuto. 



L'associazione canadese, Tiny Kittens, decise di aiutarlo per il suo ultimo tratto di vita, i volontari volevano provare a donargli una casa confortevole dove fargli vivere i suoi ultimi giorni. Citando ancora la metafora di Camilleri, Nonno Mason meritava finalmente: "il riposo del guerriero"

Era il 2016, quando l'associazione scriveva nel proprio profilo Facebook: "Il corpo di Mason è segnato dalla vita di strada, così come da una malattia renale in stato avanzato. Merita anche lui una seconda possibilità e di vivere i suoi ultimi anni tranquillo, libero dal dolore".    

Un gatto forgiato da anni di vita di strada, ha bisogno di adattarsi gradualmente ad una nuova vita, i volontari lo sapevano bene, ma ciò che non si aspettavano e che li sorprese molto, fu una caratteristica tremendamente tenera di Mason e che, in breve tempo, lo rese famoso e particolarmente amato. Ma andiamo per gradi. La fondatrice di Tiny Kittens, Shelly Roche, portò Mason a casa sua. Pian piano il micio, da gatto spaventato e forastico che era, cominciò a prendere sempre più confidenza con il suo nuovo stile di vita domestico, ma Shelly notava che Mason, in cuor suo, si sentiva ancora insicuro ed ansioso, sembrava proprio che gli mancasse qualcosa. Ad un certo punto, questo delicato processo di adattamento, si aprì ad una svolta inattesa. Shelly portò a casa cinque gattini orfani, che avevano bisogno di essere socializzati. "Lasciai a terra i gattini e questi cominciarono subito ad arrampicarsi su di lui, invadendo il suo spazio personale", raccontò la volontaria a The Dodo nel 2017. "Pensavo si sarebbe arrabbiato, mi aspettavo che soffiasse o ringhiasse, andando via". Un gattino addirittura cominciò a leccargli l'orecchio e Mason, invece di infastidirsi, si chinò verso di lui e si lasciò andare a quella tenerezza e sorprendentemente "chiuse i suoi occhi come se fosse una cosa meravigliosa". Per la prima volta Mason sembrava appartenere a qualcuno. Era completamente immerso nell'amore e non voleva che il piccolino si fermasse. Per Shelly, a Mason mancava un contatto intimo e profondo che non riusciva ancora a scambiare con gli esseri umani, ma finalmente, grazie ad un cucciolo della sua stessa specie, lo ritrovò.    




L'esperienza con Nonno Mason ha aiutato l'associazione a lanciare un messaggio di fondamentale importanza, messaggio che, grazie alla dolcezza del gatto, riuscì a fare il giro del mondo: "Al Tinykittens non crediamo esistano le cause perse e pensiamo fermamente che ogni vita abbia un valore, non importa quanto queste anime sembrino rotte, spaventate o abusate quando arrivano da noi". 

Diversi video, diventati in brevissimo tempo virali, raccontano la trasformazione di Mason: da gatto spaventato e un pò burbero a tenero nonnino, tutto proteso alle cure parentali e all'insegnamento delle buone maniere ai gattini. La sua pagina Facebook ha centinaia di migliaia di follower e si chiama: "Grandpa Mason and his kittens" (ma, ovviamente, non solo sul canale Facebook).  




Questo è il video che gli dedicò The Dodo





Purtroppo l'insufficienza renale di Mason, com'era prevedibile, si aggravò e il 18 settembre del 2019, Tinykittens annunciò che i test avevano rilevato che la patologia era arrivata all'ultimo stadio, sebbene Mason avesse vissuto molto più a lungo di quella che fu la sua prognosi iniziale. Giovedì 19 settembre, i volontari decisero di lasciarlo andare, non volevano che soffrisse ulteriormente. 
Sui canali social di Mason il post dove è annunciata la sua morte, è ancora fissato in alto, affinché tutti possano leggerlo, vi è scritto che Mason ha trascorso la sua ultima notte nel suo letto preferito, coccolandosi come al solito con i gattini. La sua eutanasia è avvenuta in casa "pacificamente e in modo indolore". Mason è vissuto con i volontari 1069 giorni, e ciascuno di quei giorni è stato un regalo. Ringraziano di averlo amato, tanto quanto l'hanno amato loro e ripercorrono l'incredibile storia di Mason e il suo messaggio: 

“Dopo qualche mese dal suo salvataggio, Mason ha trovato un nuovo obiettivo nella sua vita: essere il nonno adottivo per gattini salvati dalla strada. Da allora è stato il mentore di dozzine di giovani menti, rivelato importanti segreti che solo un nonno può conoscere, dato dimostrazione di un'abilità non indifferente nella caccia, insegnato loro il galateo, stroncato sul nascere l’impertinenza e dato vita a innumerevoli e innovative acconciature per cuccioli” [...] "Nonno Mason ha mostrato al mondo che, anche se sei vecchio, malato, selvaggio, rotto o diverso... hai valore. Hai qualcosa da offrire. Sei degno di compassione. Hai importanza." 

Ma un discorso non meno significativo, è l'esortazione per tutti i lettori a farsi portavoce del messaggio di Nonno Mason: "Aiuta, gli altri a capire che sotto la loro corazza dura e selvaggia, questi straordinari gatti incompresi sono capaci un amore incredibile e degno di compassione". TinyKittens chiede ai suoi lettori di aiutare a cambiare la narrazione riservata al mondo dei gatti selvatici, i volontari chiedono di sostenere i programmi di sterilizzazione e castrazione dei gatti nei propri quartieri; in onere alla memoria di Mason, chiedono di trasformare la mancanza di empatia, responsabile del numero in sovrappopolazione dei piccoli felini, in un surplus di compassione, raccontando le storie dei gatti selvatici e dando loro voce. 

Che dire? Di certo nel post è esplicitato un messaggio meraviglioso, che Nonno Mason, con la sua stessa Vita, ha saputo portare nel cuore di molti. Nel post è anche scritto: "Il suo esempio continuerà a vivere, e continuerà a far cambiare le sorti di molti gatti selvatici, anziani, malati, 'diversi'. Ne siamo sicuri". 





Grazie Nonno Mason!    





  


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